LA STORIA
L’abbazia fu fondata nel 1135 da San Bernardo di Chiaravalle alla guida di un gruppo di monaci provenienti dall’abbazia borgogna di Clairvaux, nella Francia Nord-Orientale, e come da tradizione assunse il nome del monastero di cui era figlia.
In una zona incolta e acquitrinosa, dove erano presenti numerosi villaggi che vennero inglobati nelle proprietà del monastero. La cittadinanza milanese sostenne fin dall’inizio la fondazione dell’abbazia, donando terreni e raccogliendo i fondi necessari. Ad oggi tuttavia non si conserva nulla del primo insediamento. La costruzione della chiesa attuale venne iniziata nel 1150-60 ca.
Dopo un secolo di lavori, nel 1221 l’arcivescovo di Milano consacrò ufficialmente l’abbazia di Chiaravalle. Successivamente ci furono diversi ampliamenti nel corso della storia, con la costruzione del primo chiostro e, nella prima metà del Trecento, con l’aggiunta della torre nolare. Tra il 1493 e il 1497 si iniziarono a costruire la sala capitolare e il chiostro grande, mentre il campanile dell’orologio risale al 1368.
Nel 1798 il direttorio della Repubblica Cisalpina decretò la soppressione del monastero e parte del complesso venne abbattuto. Inoltre, nel 1860-62 il complesso subì ulteriori modifiche per via della costruzione della via ferroviaria Milano-Pavia-Genova. Il Chiostro Grande, il noviziato, il dormitorio, la casa dell’abate, la sala capitolare e parte delle cappelle del cimitero vennero distrutte. Tuttavia tra il 1894 e il 1896 ebbero inizio i lavori di restauro ad opera dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti, che proseguirono nel 1918-20 fino a quando, nel 1923, l’abitato e l’abbazia di Chiaravalle entrarono a far parte del territorio di Milano. Nel 1952, i monaci cistercensi poterono tornare a Chiaravalle e importanti lavori di restauro sono proseguiti fino ai primi decenni del nuovo millennio.
L’abbazia di Chiaravalle oggi sorge all’interno del Parco Agricolo Sud Milano appena fuori da Porta Romana, in prossimità del Vettabbia, un corso d’acqua che risale all’epoca della dominazione romana. Tuttavia, negli anni in cui venne costruita l’abbazia, la città era circondata da una palude . Lo sfruttamento agricolo del territorio fu possibile solo grazie all’opera di bonifica realizzata dai monaci cistercensi con il vivo sostegno delle autorità e della comunità milanese.
Inizialmente le acque del Vettabbia furono convogliate con opportune canalizzazioni e vennero scavati fossati e costruiti argini. Una volta prosciugata la terra, occorreva provvedere alla giusta irrigazione e quindi al giusto dosaggio richiesto dalle stagioni e dalle colture.
Nella vita monastica svolse sempre un ruolo importante il lavoro manuale, al quale la regola benedettina si richiamava espressamente, e presto i monaci cistercensi divennero noti in tutta l’Europa medievale per la loro dedizione e le loro abilità tecniche.
L’importante lavoro di bonifica svolto dai monaci cistercensi rese possibile la coltivazione di terreni un tempo malsani e acquitrinosi. La dedizione al lavoro nei campi e il recupero delle zone paludose fu una caratteristica comune a tutte le abbazie cistercensi che grazie alla massiccia rete di comunicazione che collegava i monaci tra di loro poterono scambiarsi le conoscenze tecniche e adottare gli stessi sistemi anche a distanza di molti chilometri.
L’innovazione che più di tutte contribuì alla prosperità dei terreni negli anni che seguirono l’operazione di bonifica fu il sistema della marcita, utilizzato dai monaci per la coltivazione del foraggio. Il sistema, che presto si diffuse in tutta la Val Padana, consiste nel mantenere permanente l’irrigazione del terreno per permettere all’erba, protetta dalla temperatura dell’acqua, di crescere anche nei mesi invernali.
Questa tecnica consentiva di operare numerosi tagli di foraggio all’anno e procurava nutrimento in abbondanza per gli animali da allevamento.
Ben presto l’abbazia di Chiaravalle milanese divenne una vera e propria azienda agricola, con una gamma di prodotti molto vasta: latte, latticini, verdure, vino.
Anche al giorno d’oggi i monaci si dedicano alla preghiera e al lavoro nei campi, e all’interno dell’abbazia si trova una bottega dove è possibile acquistare i loro prodotti: cosmetici, dolci, vino, prodotti da forno e molto altro.